Nei ultimi due anni Roma Capitale ha investito e creduto nella possibilità di dare al settore del benessere degli animali a Roma la giusta dignità con un percorso che porterà a ristabilire trasparenza nell'assegnazione dei fondi pubblici e alla possibilità di fornire più servizi, come il pronto soccorso veterinario, mantenendo pubbliche tutte le strutture.
Cosa abbiamo trovato
All'insediamento della Giunta Marino, nel giugno del 2013, tutte le strutture pubbliche di Roma per l'accoglienza degli animali non erano a norma: gabbie troppo piccole rispetto a quanto descritto dalle nuove normative, inadeguatezza dei sistemi igienico-sanitari ecc. Per questi motivi, dopo i solleciti che in alcuni casi partivano già dal 2012, nel corso del 2013 le Asl di competenza hanno via via disposto il blocco agli ingressi di nuovi animali nelle strutture comunali. Una situazione che poneva un problema sia per la qualità del servizio offerto alla città, sia per il rischio di aggravio dei costi poiché, non potendo utilizzare interamente i posti disponibili, gli uffici si sarebbero dovuti rivolgere alle strutture private convenzionate.
Abbiamo così avviato immediatamente una verifica delle strutture, necessaria per descrivere nel dettaglio lo stato in cui il sistema ci era stato consegnato da chi ci ha preceduto. Alla verifica, che metteva in luce tutte le carenze sommatesi negli anni, abbiamo affiancato un serrato confronto con la Regione Lazio, le Asl, i gestori delle strutture e le tante realtà di volontariato animalista impegnate nel nostro territorio.
Il piano di intervento
Per ogni struttura, nei mesi successivi, abbiamo valutato nel dettaglio il rispetto delle normative vigenti, l'attività storica e le indicazioni ricevute dai tanti soggetti coinvolti, avviando le azioni necessarie per superare i vincoli indicati, richiedendo anche i fondi per avviare le ristrutturazioni laddove erano necessarie, e rimuovere in questo modo il blocco ai nuovi ingressi.
Primi lavori sono già stati avviati al Canile di Ponte Marconi ed entro la fine del 2015 sarà pubblicato il bando di gara per i lavori di ammodernamento già previsti al Canile di Muratella.
Il canile sanitario e il pronto soccorso veterinario
Le azioni di questi mesi hanno portato le Asl, già durante il mese di maggio, a rimuovere il blocco agli ingressi al Canile di Ponte Marconi e, nel mese di ottobre, alla firma della nuova Convenzione tra Roma Capitale e le Asl che prevede, tra le altre cose, la consegna dell’area riservata al canile sanitario all’interno del Canile di Muratella, con la conseguente rimozione del blocco ai nuovi ingressi a valle dei lavori di ristrutturazione.
Inoltre, elemento fondamentale, l’avvio del Pronto Soccorso Veterinario H24 che abbiamo fortemente voluto e richiesto come servizio aggiuntivo e di qualità sia per gli animali ospitati nelle strutture capitoline sia nei confronti dei cittadini per i loro compagni a quattro zampe.

Dagli "affidamenti diretti" ai bandi di gara
All’insediamento della Giunta Marino, inoltre, le convenzioni con gli organismi che gestivano le strutture Capitoline (da sempre, tutte associazioni di diritto privato) erano il frutto di continue prosecuzioni di affidamenti, iniziati nell’anno 2001 “nelle more della predisposizione degli atti necessari per la gestione a bando di gara del nuovo canile” e da allora assegnati senza alcuna gara pubblica.
Dopo anni di affidamenti diretti, contrari alle normative nazionali sugli appalti pubblici per somme così importanti come quelle che Roma investe nella tutela degli animali, questa Amministrazione ha deciso di cambiare passo rispetto al passato. Abbiamo chiesto agli uffici di predisporre un bando per la gestione delle strutture pubbliche che accolgono gli animali di Roma perché questa è la strada che, in rispetto delle normative, garantisce una trasparente gestione dei beni pubblici e una corretta tutela delle vite degli animali ospitati all'interno dei canili e dell'oasi felina di Roma Capitale.
Già nel 2013 era stata avviata una prima manifestazione di interesse, cui seguì una selezione per la verifica dei requisiti minimi e, quindi, un invito rivolto ai partecipanti risultati idonei per presentare le offerte tecniche ed economiche.
Questa prima procedura venne bloccata dai ricorsi poiché, facendo riferimento alla normativa regionale (Legge Regione Lazio n. 34/1997), restringeva la possibilità di partecipare alle sole associazioni di volontariato animalista e per la protezione degli animali, iscritte nel relativo registro regionale (come è stato notato dal TAR, a seguito dei ricorsi, l'interpretazione è indebitamente restrittiva rispetto alla normativa nazionale). Il bando infatti fu impugnato proprio da uno dei gestori dei canili e la conseguente ordinanza del Consiglio di Stato (n. 2607/2014), imponeva all’amministrazione di "ammettere alla procedura oltre alle associazioni di volontariato animalista e per la protezione degli animali della Regione Lazio, anche tutti i soggetti privati che comunque garantissero la presenza di associazioni di volontariato animaliste e zoofile".
Si è quindi predisposta una nuova procedura nel 2014, seguendo i dettami del Consiglio di Stato, poi sospesa in autotutela dall’Amministrazione come tutte le gare avviate dal Dipartimento tutela ambientale, a seguito degli eventi di Mafia Capitale.
La situazione oggi
Questa estate, in attesa della pubblicazione del bando di gara europea, è stata avviata una nuova procedura di comparazione a evidenza pubblica per la gestione delle strutture di accoglienza. Questa però risentiva profondamente dei tagli previsti dal Piano di rientro per la riduzione del disavanzo di Roma Capitale e dei vincoli di Bilancio e per il Canile di Muratella, una delle quattro strutture messe a bando, riservava una quota a base d’asta di molto inferiore alla spesa storica.
I risultati della gara hanno visto due dei partecipanti aggiudicarsi due dei lotti posti in gara, l’Oasi felina di Porta Portese e il Canile di Ponte Marconi, e di fatto l’impossibilità di aggiudicare i restanti due lotti, il Canile di Vitinia e il Canile di Muratella, per i quali, come prevede la legge, non potendo sospendere i servizi, si è proceduto con una proroga tecnica negoziata con il precedente gestore con una riduzione rispetto alla spesa storica di circa il 20%, potendo recuperare tutte le economie avute durante l’anno (ad esempio i fondi risparmiati con il minore ricorso ai canili privati rispetto al passato) per ripristinare una cifra sufficiente al mantenimento del servizio e dei livelli occupazionali all’interno delle due strutture capitoline.
Il lavoro, oggi in corso, di definizione dei servizi da inserire nel prossimo bando di gara europea, la cui pubblicazione è prevista entro la fine dell’anno, restituirà definitivamente l’affidamento delle strutture pubbliche a procedure di gara aperte e trasparenti.
Nessuna privatizzazione, nessuna chiusura
In questi anni, dunque, nessuna struttura è stata privatizzata, i canili pubblici di Roma sono e rimangono di Roma Capitale. Nessuna tra le strutture autorizzate è stata chiusa, anzi sono stati redatti i piani di ristrutturazione e alcuni bandi per l'ammodernamento sono già in partenza.
Detto senza alcun giro di parole: Roma Capitale in questi anni ha continuato a investire per consentire di svolgere più servizi per i cittadini, come il pronto soccorso veterinario sempre aperto, divenire più efficienti soprattutto riguardo alle adozioni e dare la giusta dignità e trasparenza all'intero settore, nella volontà esclusiva di tutelare gli esseri viventi che sono ospiti nelle strutture pubbliche di Roma Capitale.
