Roma Capitale per il rilancio del settore agroalimentare

Roma Capitale per il rilancio del settore agroalimentare

Roma Capitale per il rilancio del settore agroalimentare

Il lavoro agricolo è stato a lungo sinonimo di fatica e umiltà forse anche perché la coltivazione della terra imponeva praticamente e simbolicamente di “piegare la schiena”. È però fra i mestieri il più inclusivo dei beni naturali.

La compatibilità fra lavoro e ambiente

L’attenzione all’agricoltura, anche in ambienti inconsueti (come gli orti urbani), lascia ben sperare che si possa ampliare la compatibilità fra lavoro e ambiente.

Roma è tra i territori urbani più verdi e coltivati d’Europa: le aree di uso agricolo (dal Censimento dell’agricoltura del 2010) risultano in aumento con circa 43 mila ettari di superficie coltivata e più di 2.600 aziende sul territorio.

Lavoro che scarseggia e crisi economica devono trasformarsi in una spinta verso la sostenibilità ambientale, reintroducendo nell’economia del lavoro, in termini positivi, i beni naturali, senza considerarli più dunque semplici mezzi di produzione. Occorre senza dubbio una razionalizzazione nell’uso delle risorse e probabilmente una riconsiderazione dei fini stessi dell’economia, ma la vera sfida che dobbiamo accettare è quella dell’inclusione della natura e dell’ambiente nel lavoro e nelle politiche di sviluppo.

Terre pubbliche a giovani e agricoltori

La delibera per la terra ai giovani agricoltori di Roma Capitale muove proprio in questa direzione: recuperare territorio non urbanizzato e, in molti casi, i manufatti che un tempo avevano già destinazione agricola, per avviare nuove imprese e nuove attività, orientando gli interventi soprattutto a favore delle giovani generazioni e dell’agricoltura biologica.

Speriamo così si ottenere due effetti:

  • il primo legato all’incremento dell’occupazione giovanile e al rilancio dello spirito imprenditoriale;
  • l’altro legato all’aumento del livello di specializzazione del lavoro agricolo, anche grazie al numero in crescita negli istituti secondari e universitari dei corsi inerenti il settore. 

Un terzo effetto che ne scaturirà sarà una maggiore cura per i terreni e la porzione di città restituita alla propria naturale vocazione agricola.

Sportello unico per le attività agricole

Anche il progetto di istituire all’interno dello Sportello unico delle attività produttive uno Sportello unico per le attività agricole (SUAA), proponendo un modello di gestione unitaria e centralizzata delle autorizzazioni correlate alle attività agrarie e alle strutture agri-turistiche, pone l’accento sul rilancio economico del settore agricolo.

Lo sportello segnerebbe un passo in avanti nella direzione della riorganizzazione e semplificazione amministrativa del settore primario: si offrirebbe ai cittadini, che volessero intraprendere un’attività agricola, un referente unico per tutti gli adempimenti di competenza comunale.

Farmer Market

La regolamentazione e la promozione dei cosiddetti mercati a "km 0", in cui la figura dei vari intermediari tra produttori e consumatori viene praticamente eliminata, è un'ulteriore sfida dopo l'istituzione del sistema di mercati agricoli per la vendita diretta al pubblico dei prodotti dell’agricoltura (ortofrutticoli, caseari, della panificazione, della trasformazione e quant’altro).

La filiera corta comporta la valorizzazione dei prodotti alimentari dell’Agro Romano, rappresenta un aiuto sostenibile alla figura dell’imprenditore agricolo e consente un recupero, pur nella continua innovazione, delle tradizioni locali. Le produzioni commercializzate nei Farmer Market sono locali e stagionali, requisito che garantisce al prodotto la freschezza e la qualità necessaria, creando un rapporto di fiducia tra cittadini e produttori in termini di cultura del territorio, tradizioni rurali e valorizzazione dei prodotti locali.

L'agricoltura sociale

Quello dell'agricoltura sociale, infine, è un modo nuovo di fare agricoltura, che permette di coniugare economia e relazione, riconoscendo all'azienda agricola un ruolo centrale nello sviluppo delle comunità e contribuendo alla costruzione di modelli più equi e più partecipati.

L'agricoltura civica, infatti, nel territorio di Roma Capitale, si attua con ricadute che vanno evidentemente oltre gli aspetti nutrizionali ed economici della consueta produzione di beni e servizi. Si tratta di pratiche agricole che perseguono anzitutto il bene comune, attraverso la reciprocità e la sostenibilità, che si traducono in attività didattiche, orti condivisi, vendita diretta, fornitura a gruppi di acquisto solidale, servizi socio-educativi, biodiversità. Un insieme di pratiche sociali ed economiche che si nutrono di ambiente, nel suo più ampio significato, e che non si esauriscono nello scambio, ma creano valore e mantengono relazioni.

Focus sull'agricoltura sociale nella provincia di Roma

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