La nuova Carta Idrogeologica di Roma

La nuova Carta Idrogeologica di Roma

La nuova Carta Idrogeologica di Roma

Roma città di acquedotti, di terme e di fontane, di fiumi e di mare, rinsalda oggi il suo legame con le acque sotterranee consegnando al mondo scientifico, professionale e a tutti i cittadini la sua nuova Carta Idrogeologica.

Un patrimonio storico e ambientale

La storia di Roma, come per altre grandi città europee, è fortemente legata alla storia delle sue acque, del fiume Tevere e dell’Aniene, così come del mare. Le risorse idriche sono una parte importante delle ricchezze della nostra città e la loro tutela e salvaguardia, il loro corretto sfruttamento e l’eliminazione degli sprechi, sono obiettivi fondamentali per la tutela ambientale.

La carta idrogeologica di Roma, nella forma che assume oggi, costituisce un elemento informativo di base importantissimo, strettamente collegato a quello, già di per sé innovativo, della Rete di monitoraggio delle acque sotterranee di Roma Capitale. Una prima rete, ampliabile, di oltre 100 pozzi pubblici attraverso i quali monitorare e studiare le falde acquifere della Capitale.

I dati messi a disposizione dai Dipartimenti “Tutela ambientale” e “Programmazione e attuazione urbanistica” insieme alle conoscenze del mondo universitario e della Ricerca conferiscono un carattere sperimentale alla carta idrogeologica che segna un deciso passo avanti rispetto al pregresso. La nuova carta nasce infatti dalla collaborazione tra le professionalità dell'amministrazione e una vasta rappresentanza del mondo scientifico nazionale. Una collaborazione del tutto inedita tra Roma Capitale e il Dipartimento di scienze dell’Università degli studi Roma Tre, il Servizio geologico d’Italia (ISPRA-SGI), l'Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (CNR-IGAG), il Centro di ricerca previsione prevenzione e controllo dei rischi geologici (CERI - Sapienza) e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), che in circa un anno di lavoro ha raggiunto un risultato importante senza gravare economicamente su nessuno dei partner.

Stralcio della Carta Idrogeologica. Sdoppiamento della linea piezometrica di quota 30 m s.l.m. nell’area di Ponte di Nona.

Un elemento informativo di base importantissimo

Il grande valore scientifico della carta si evidenzia anche dalle sue potenzialità e dalle possibili applicazioni nella programmazione di politiche e azioni per la tutela ambientale, la resilienza, le energie rinnovabili.

Grazie alla mappatura approfondita delle falde, si potrà avere un supporto nel controllo della diffusione di eventuali inquinanti nelle falde, per la previsione di diffusione e propagazione nel territorio, favorendo risposte e soluzioni più veloci e ponderate da parte dell'amministrazione.

Da un punto di vista tecnico, inoltre, la carta sarà di grande aiuto per tutte le opere di progettazione, specialmente per quelle che prevedono lavori nei sotterranei, e permetterà la sperimentazione di progetti, già ampiamente diffusi e normati in altri Paesi, per l’utilizzo delle risorse geotermiche, grazie alla mappatura delle temperature medie delle acque di falda, altro elemento innovativo della carta. Dai dati messi in rilievo, le alte temperature delle falde sembrerebbero consentire un alto rendimento energetico nella nostra città, che potrebbe così beneficiare dell'uso di tecnologie per gli impianti di riscaldamento e condizionamento degli edifici, sfruttando il “calore” della nostra terra, con grandissimo risparmio energetico e diminuzione delle emissioni di CO2.

Stralcio della Carta Idrogeologica. Sorgente, linee isopiezometriche, direzioni di deflusso e pozzi sono rappresentati con lo stesso colore (blu) della falda alla quale sono relazionati.

Uno strumento per la ricerca e la pianificazione

La precisa conoscenza e il monitoraggio dei flussi e deflussi sotterranei può inoltre consentire di pianificare con migliore precisione interventi di managed aquifer recharge (MAR), attraverso i quali si favorisce l'infiltrazione di acqua per ricaricare le falde nel sottosuolo, e interventi per prevenire allagamenti in zone nevralgiche della città.

In questo ambito, la Carta potrà essere uno strumento che permetterà di studiare sistemi e progetti pilota utili per la gestione delle acque meteoriche che si accumulano sia in condizioni di normali precipitazioni, sia a seguito delle cosiddette “bombe d’acqua” che sempre più frequentemente si abbattono sulla città, aiutando a prevenire e/o mitigare l'allagamento di aree poste al di sotto dell'attuale piano di campagna (cioè del livello naturale del terreno).

Stralcio della Carta Idrogeologica. Sorgenti lineari, scaturite da falde diverse sovrapposte, sono rappresentate da tratti consecutivi del colore indicativo della falda che le alimenta.

L'impegno nella gestione delle risorse naturali

Quello che vede oggi la luce è uno strumento innovativo e dall’alto profilo accademico e funzionale; un nuovo tassello nel percorso di tutela e valorizzazione delle acque e delle risorse idriche.

Roma inoltre, membro da aprile del Consiglio mondiale sull'acqua (il World Water Council), ospiterà a giorni i ricercatori e i professionisti dell'Associazione internazionale di idrogeologi (International Association of Hydrogeologists), ospiti del Dipartimento di Scienze della terra dell'Università La Sapienza, per il congresso internazionale AQUA2015, durante il quale saranno presentate la nuova carta idrogeologica della città e la rete di monitoraggio delle falde sotterranee di Roma. Il tema portante del convegno è riassunto dal motto Hydrogeology: back to the future, citazione che lega l'eredità del passato, testimoniata dall'uso dell'acqua a Roma da oltre 2000 anni, con le complessità e le sfide del futuro: l'alimentazione, lo sviluppo sostenibile e l'ambiente.

Il Tevere e le Montagna della Sabina in una tela di J.P. Hackert, 1799.

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