A pochi giorni dall’inizio del Semestre di presidenza italiana della UE serve, sempre più, saper investire nel futuro di politiche per le aree urbane che mettano al centro il binomio sviluppo e benessere, dove l’innovazione reale sia data dalla capacità di realizzare opportunità per città che siano più vivibili e più sostenibili.
Il verde primario
La funzione svolta dalle aree verdi all'interno delle città è fondamentale. Occorre riaffermare la centralità che parchi e giardini rivestono al fine di riequilibrare e garantire un corretto rapporto con l'ambiente.
Attuando quanto previsto dalla Legge 10/2013 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani) le città sono impegnate nel realizzare un vero e proprio processo di accountability delle azioni messe in campo per il verde urbano. Una svolta importante perché permette di non restare ancorati a una visione esclusivamente estetica e decorativa, ma di riconoscere la valenza ecologica, economica e sociale del verde pubblico riallacciando il tema all’impegno concreto per l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Una svolta tanto nel disegno quanto nelle modalità di gestione del sistema del verde, che non può non tener conto degli strumenti di pianificazione di cui la città di Roma si è già dotata negli anni passati, ma che non sempre hanno ricevuto la giusta attenzione e i giusti impulsi.
La rete ecologica di Roma Capitale
Tra gli elementi che più qualificano lo strumento urbanistico generale di Roma, possiamo infatti annoverare la Carta di Rete ecologica. Un obiettivo dell’amministrazione che coinvolge numerosi assessorati è quello di recuperarne lo spirito originario e fare in modo che nei prossimi anni ogni progetto di trasformazione e modernizzazione della città risulti non solo compatibile con l'ambiente, ma possa contribuire a valorizzare e sviluppare una vera e propria Rete ecologica, ovvero possa contribuire al completamento e corretto funzionamento del sistema ambientale della città.
L’intenzione degli estensori della Carta era quella di rendere la componente ambientale un tema centrale per Roma. Il mio compito sarà quello di contribuire a implementare quel tipo di progettualità. In particolare dal centro alla periferia, dai grandi parchi alle sponde dei fossi dall'Agro romano, alle rive dell'Aniene: il verde urbano deve poter condizionare e definire le regole per qualunque trasformazione nella città .
Servono scelte evidentemente coraggiose che siano capaci di ripensare il disegno complessivo della città.

Roma città resiliente
Per questo Roma Capitale (insieme ad altre 32 città al mondo) sta avviando la redazione di un piano per la resilienza, in collaborazione con la Fondazione Rockefeller, facendo sì che una rete di città sperimentino questo percorso, costruendo esperienze e competenze che potranno essere rese disponibili per altre città:
perché la cosa importante in questa fase storica è quella di saper fare rete, condividendo il patrimonio di idee e progetti.
Per Roma questa è una sfida particolarmente importante: per l’estensione dell’area urbana, per la considerevole presenza di aree agricole e di agro tuttora intatte, per la possibilità di recuperare e restituire alla città un giusto rapporto con il territorio e il paesaggio. Dove il cambiamento è dato dalla futura presenza della Città metropolitana, dove ciò che oggi è considerato marginale, di frontiera, “peri-urbano”, sarà un elemento fondamentale per l’equilibrio e la produzione di servizi eco-sistemici, per un’area dove vivono milioni di cittadini.
Per fortuna non partiamo da zero, ma da un sistema di aree protette che è inserito all’interno del tessuto urbano, con la presenza di elementi di grande pregio naturale, storico e culturale: alcuni, come il Parco dell’Appia antica, sono dei simboli riconosciuti a livello mondiale. Anche il sistema di riserve gestito da Roma Natura è uno dei tasselli insostituibili di questo disegno, dove il verde urbano non è costituito soltanto da giardini pubblici e alberature, ma da veri e propri sistemi di aree, alcune delle quali con livelli elevati di biodiversità.
Un modello di sviluppo intelligente
È necessario un grande sforzo affinché il salto di qualità si compia e la gestione complessiva del patrimonio naturale delle città diventi un aspetto prioritario, utile per garantire una migliore qualità dello spazio urbano e delle condizioni di vita per i cittadini.
Le smart city si costruiscono anche con gli alberi e le aree verdi: incorreremmo in un grande errore se ritenessimo che “l’intelligenza” delle città si traduca solo in tecnologia e app che escludono la natura e l'ambiente reale. Viceversa, serve l’idea che il corretto rapporto tra spazi verdi e città sia alla base di un nuovo modello di sviluppo urbano, capace di rispondere alla sfida di un numero sempre crescente di abitanti e di attività che si insediano nelle città.
Roma sta svolgendo un’intesa attività di coordinamento con altre città all’interno di reti internazionali come C40 - Climate Leadership Group e Agenda 21 locale, proprio perché intendiamo dare forza a progetti per lo sviluppo delle politiche urbane, capaci di creare opportunità per il futuro: lo stiamo facendo coscienti dell’esigenza di governare la fase di transizione e di cambiamento che si traduce in un differente paradigma dello sviluppo. Un paradigma che sarà al centro di Expo 2015, una grande sfida che va raccolta, anche per realizzare un modello di sviluppo dove ambiente e città non siano visti come elementi di scontro, ma come l’opportunità per costruire il futuro.
Per questo motivo proprio sui temi dell’innovazione, della gestione dei beni comuni e del riequilibrio tra aree urbanizzate e aree verdi, intendiamo promuovere occasioni di confronto e di scambio a livello internazionale, cogliendo l’opportunità del ruolo di Roma come luogo evocativo e ricco di stimoli, su come progettare la contemporaneità della città del futuro.

Innovare partendo dalle periferie
Vogliamo convogliare intelligenze e idee per innovare e trasformare la città, “ricucendo le periferie” come affermato da Renzo Piano, coinvolgendo cittadini e imprese nella gestione e nella tutela del bene comune. Abbiamo la necessità di rinnovare le politiche di gestione del verde pubblico, adottare strumenti utili a gestire un patrimonio forestale che conta più di 300 mila alberi: dobbiamo ideare formule nuove, basate sulle partnership pubblico/privato, trovando forme di finanziamento legate all’attività delle fondazioni, sostenendo iniziative di responsabilità sociale di impresa.
Per questo motivo siamo fieri che sia Roma Capitale a ospitare questa giornata, una data importante perché può rappresentare l’avvio di una nuova stagione in Italia, per la tutela e la salvaguardia di aspetti non trascurabili della vita di ciascun essere vivente.