Donne e green economy

Donne e green economy

Donne e green economy

Le prospettive della green economy devono trovare un nuovo modo per incidere sulla produzione e sulle modalità di consumo, non solo per le ricadute legate alla sostenibilità ambientale, ma anche come risposta alla crisi e all’ideazione di nuovi spazi, per ridisegnare l’idea di sviluppo e ricchezza: la social innovation per cambiare la città.

La social innovation

Per vincere la green economy deve divenire un approccio, un paradigma, una nuova impostazione concettuale e pragmatica per ridisegnare quei modelli che, a oggi, non solo risultano insostenibili economicamente, ma sono in via di esaurimento.

I nuovi paradigmi risulteranno vincenti se, da una parte, si riuscirà a cogliere la social innovation già in atto, già forte nelle richieste di cittadini e imprese e, dall’altra, se le istituzioni e le amministrazioni riusciranno a costituire un sistema vantaggioso e accogliente per le nuove imprese, per le nuove economie, per quelle realtà che sfruttano in maniera diversa e intelligente le risorse.

Ecco qual è la vera sfida: riuscire a costituire il contesto entro il quale le nuove realtà possano innestarsi, divenire sistema e connettersi, creando sostenibilità economica e ambientale, incidendo sul mondo della produzione, sulla quotidianità su quella dimensione sociale che oggi appare pronta a recepire e a promuovere nuovi stili di consumo e di vita.

La rivoluzione verde

La green economy non può e non potrà più essere una opzione di nicchia, una parte di un mondo economico ancora lento e orientato a vecchi modelli. Quelli che oggi sono percepiti come problemi devono divenire opportunità.

Questo riguarda da vicino le donne, motore di innovazione, che contando su un sistema capace di riconoscere il loro contributo nel mondo del lavoro, possono rivestire un ruolo determinante nella scelta e nell’orientamento dei consumi. È stato più volte ricordato come le donne siano responsabili degli acquisti per il 66,5%: occorre dunque riuscire a coinvolgere loro nella rivoluzione green per orientare le abitudini e favorire scelte sostenibili.

Così declinata, la social innovation, grazie alla forte domanda di trasparenza, tecnologia, innovazione che porta con sé, diventa il terreno fertile per le smart cities, non elemento di arrivo, ma perimetro di riferimento per lo sviluppo.

Le città sono un elemento fondamentale; guardando a Roma Capitale, nella prospettiva della costituzione dell’area metropolitana, abbiamo in mente un sistema in cui non ci sia contrapposizione tra produzioni e abitudini “grey” versus produzioni e abitudini “green”. Oggi stiamo ponendo delle basi, con un grande ritardo rispetto alle stesse richieste e istanze che ci provengono dal mondo delle imprese e della società.

Oggi Roma Capitale è protagonista di una rivoluzione digitale che permetterà di alleggerire non solo il peso della burocrazia ma l’utilizzo di vecchie infrastrutture oramai insostenibili. Roma sarà al centro di una grande ristrutturazione riguardo il consumo energetico e l’utilizzo delle fonti rinnovabili per l’approvvigionamento degli spazi pubblici. Si sta impostando con il nuovo piano regolatore generale del traffico il cambio di visione da una mobilità privata, veloce e individuale, a una scelta che promuova il pubblico, il collettivo, le zone 30 e le isole ambientali così da rendere più vivibile le zone abitate e decongestionare il traffico. Il tema della resilienza, ovvero impostare e programmare una progettazione urbana che abbia in sé l’orizzonte della capacità delle città per resistere alle trasformazioni climatiche e imposti una valorizzazione del territorio oltre lo sfruttamento inadeguato che oggi fino a oggi ha caratterizzato l’urbanistica. L’attenzione, poi, al consumo di prodotti biologici nelle mense, con progetti pilota che presto potranno divenire standard.

Tutti questi interventi creano e trasformano le economie. Per questo la sfida è quella di cambiare e trovare nuove strade, innovare con nuovi processi e non solo trasformare o aggiustare i vecchi.

Il nostro contributo

Con la recente memoria per il Piano di azione acquisti verdi di Roma Capitale, abbiamo approvato la base dalla quale far partire la strategia di Green Public Procurement che ha lo scopo di spingere l'amministrazione a fare tutti gli acquisti di beni e servizi adottando criteri ambientali e di acquisto responsabile, ponendo attenzione all'uso di risorse naturali, alla produzione di rifiuti, alle emissioni inquinanti e alla ottimizzazione dei servizi.

Il Consiglio aveva già approvato all'unanimità le linee di indirizzo in materia di acquisti e appalti pubblici sostenibili, ma a questo provvedimento doveva seguire la costruzione del Piano di azione. La memoria presentata, insieme all'Assessore alla Roma produttiva, Marta Leonori, dà quindi avvio alla predisposizione del piano e al coordinamento interno all’amministrazione. La pratica del Green Public Procurement, oltre a inserire criteri di qualificazione ambientale nella domanda che Roma Capitale esprimerà in sede di acquisto di beni e servizi, concorrerà a esercitare un effetto traino sul mercato.

Nel contesto romano, l’altro campo di grande innovazione, che interpreta al meglio quanto un cambio verso l’attivazione di nuove forme di economia sia possibile e debba nascere dall’iinnovazione di un intero sistema, è quello della gestione del ciclo dei rifiuti.

Roma Capitale con la chiusura di Malagrotta, atto concreto e simbolico, ha dato il via a una vera trasformazione; non una semplice modifica, ma un nuovo modo di pensare all’economia dei rifiuti. Da una spesa per gestire un problema, all’idea di investire per valorizzare una risorsa. Il cammino è lungo e ancora potrà vivere dei momenti difficili, forse delle emergenze, ma la direzione è tracciata.

Anche questo è social innovation: passare dal sistema discarica, al sistema riuso-riciclo. Impostare un contesto che promuova e valorizzi nuove forme di trasformazione e ricchezza di sviluppo e crescita. Si tratta di un'opportunità per innovare la governance di Roma Capitale, attuando un coordinamento costante che affronti pianificazione, verde, mobilità e manutenzio e, rafforzando gli elementi di un cambiamento radicale del modo di pensare e gestire le risorse. Un processo importante che si attuerà e, in senso più forte, si nutrirà della partecipazione e condivisione dei programmi con i cittadini e con gli attori che si stanno affacciando e attrezzando per questo sistema.

Il tempo per farlo è adesso attivando processi, impostando lavori comuni tra assessorati diversi e orientando tutte le azioni dell’amministrazione in questo senso, guardando alle esperienze internazionali, a quelle “lezioni” che possono consentire di trarre vantaggio da una riconversione ecologica della nostra Città.

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