Dal Salva Roma a #AROMASIPUO!

Dal Salva Roma a #AROMASIPUO!

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In questi giorni sul cosiddetto decreto "Salva Roma" si è detto molto. Cifre alla mano, politici, opinionisti e tecnici hanno offerto una o più visioni di un provvedimento che, ridotto alle cronache giornalistiche, sembra regalare a Roma soldi che la politica ha sperperato in questi anni. In parte è così, ma solo in parte.

Sorvolando sulla natura del provvedimento (che destina a Roma soldi dei cittadini romani in versamenti unici e non diluiti nel tempo), per molti anni a Roma, come ha ricordato il sindaco in questi giorni, si sono spesi soldi che non c'erano. Un malcostume che ha portato numerose aziende ad avere bilanci costantemente in perdita e a effettuare assunzioni e spese spesso ingiustificate. Un fenomeno dal quale questa amministrazione ha subito preso le distanze, intervenendo con programmi e politiche di efficienza e risparmio (come la Centrale unica per gli acquisti, che farà risparmiare più di 200 milioni di euro ogni anno, o il prossimo protocollo d'intesa con il Tribunale di Roma, la Corte d'Appello e la Procura di Roma per la rapida assegnazione e gestione dei beni sequestrati e confiscati alle mafie, rendendoli produttivi e non un costo ulteriore per lo Stato).

Roma capitale d'Italia

Poco si è detto però di quanto essere la Capitale d'Italia influisca sulla vita quotidiana dei cittadini romani e sulla sua gestione amministrativa della città.

Dal punto di vista civico riempie d'orgoglio vivere nel cuore della Nazione e offre possibilità economiche, di partecipazione e di confronto che nessuna altra città d'Italia può garantire, con molte conseguenze che i romani conoscono bene. Per fare un unico esempio: vi siete mai chiesti in un anno quante manifestazioni si tengono a Roma? Se contiamo vertici nazionali e internazionali, cortei, comizi e raduni, sono circa 2.000 ogni anno. Molte sono manifestazioni sportive, ma il numero maggiore di eventi si tiene a Roma per la visibilità che la nostra città offre o per il solo motivo che qui risiedono i vertici dell'amministrazione nazionale. Anche nelle migliori delle ipotesi, quando cioè le manifestazioni si svolgono civilmente, nel rispetto totale delle norme e del buon senso, si tratta sempre di un numero ingente di persone che raggiunge e vive ogni giorno il nostro territorio.

Amministrare curandosi del futuro

A chi il compito di garantire che i servizi siano adeguati? Tra questi, semplificando ancora, riguardo soltanto alcuni dei settori che più ci hanno impegnato in questi mesi, a chi tocca incrementare, ad esempio, i servizi di pulizia delle strade, di decoro urbano o di raccolta dei rifiuti?

Se facessimo due conti forse potremmo anche quantificare quanto i romani pagano in termini economici questo che è solo uno tra i servizi che la Capitale deve garantire e, non a caso, nel resto del mondo le Capitali degli Stati ricevono contributi maggiori delle altre città.

Resta fermo il fatto che non si devono spendere soldi che non ci sono. Non si può amministrare ignorando chi verrà dopo, lasciando in eredità debiti e buchi nei bilanci. Sembra difficile conciliare la necessità di migliorare i servizi offerti ai cittadini con quella di ridurne i costi, ma proprio a questo servono scelte politiche importanti e impegnative (come la chiusura di Malagrotta e la forte spinta verso la riduzione, il riuso e il riciclo dei rifiuti).

Passare dal SALVAROMA a AROMASIPUO

Passato il Decreto per gli enti locali, ciascuno deve ora fare la propria parte per cambiare il corso di troppi anni di cattiva gestione. La Capitale può e deve tornare a essere produttiva (oltre che attenta nelle spese) e proprio l'ambiente e la green economy possono essere validi trampolini per lo sviluppo.

Roma continua a essere riconosciuta come una delle grandi città più verdi e a vocazione ambientale e agricola d'Europa (leggi i numeri del verde a Roma). Il nostro impegno non è soltanto quello di non dissipare questo patrimonio, ma di farne una spinta propulsiva per la trasformazione della nostra città e per garantire una migliore qualità della vita ai cittadini.

Un approccio che si inserisce in parte nel solco tracciato dal Rapporto sulla Green Economy, presentato la scorsa settimana a Roma Un Green New Deal per l'Italia, curato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e dall'ENEA; un approccio che ci impegna alla riqualificazione energetica e sostenibile della città (per essere in prima linea), alla riduzione del consumo di materiali e al trasparente miglioramento della gestione dei rifiuti (per sfidare il concetto stesso di rifiuto), alla regolamentazione dei rapporti tra l'ambiente urbano e quello agricolo, favorendo l' uso della terra da parte degli agricoltori e la riqualificazione delle aree degradate (per il valore ambientale ed economico), all'impiego sempre più intelligente di tecniche e tecnologie per la trasparenza e la partecipazione (come per l'Angrafe dei rifiuti).

Un approccio che coniuga le scelte di questi mesi e l'impegno futuro, per passare dal Salva Roma a #AROMASIPUO!

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