A fine febbraio ha fatto un certo scalpore l'ordinanza con cui il Sindaco ha autorizzato AMA a servirsi degli impianti riconducibili al Consorzio Laziale Rifiuti (Colari) per il trattamento dei rifiuti raccolti a Roma e, nel coro dei mille travisamenti, alcuni hanno parlato addirittura di una riapertura della discarica di Malagrotta.
Una rassicurazione per tutti: la discarica di Malagrotta è chiusa; quella ferita all'interno della città di Roma, quel mostro ambientale che dopo 35 anni abbiamo chiuso il primo ottobre 2013 non riaprirà.
I contenuti dell'ordinanza
L'ordinanza del sindaco, infatti, consente ad AMA di servirsi di alcuni impianti riconducibili al consorzio Colari, che affiancano gli impianti di proprietà AMA, per la selezione e il trattamento dei rifiuti.
Si tratta nello specifico del Tritovagliatore situato a Rocca Cencia e di due impianti detti TMB (ovvero per il Trattamento meccanico-biologico) situati a Malagrotta che, attraverso un processo di trasformazione chimico-fisica e biologica, accolgono i rifiuti indifferenziati e ne separano la frazione secca (trasformata in CDR combustibile derivato da rifiuti destinato al recupero energetico) da quella umida (trasformata in FOS frazione organica stabilizzata) attualmente destinata, insieme agli scarti di lavorazione, a discariche fuori dal territorio regionale.
La storia recente: inchieste e interdittiva
Ricostruendo brevemente le vicende, un punto di inizio è il giorno in cui la procura della Repubblica ha arrestato Manlio Cerroni e i vertici della Colari.
Circa 5 anni di inchieste sulla gestione dei rifiuti nel Lazio hanno portato all'arresto, nel mese di gennaio 2014, di Manlio Cerroni "patron" del consorzio Colari e al sequestro di beni per un totale di 18 milioni a carico delle società E.Giovi (gestore della discarica di Malagrotta) e Pontina Ambiente (gestore della discarica di Albano Laziale). Associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti e truffa sono tra i reati contestati a vario titolo a Cerroni e alle altre 6 persone indagate.
Nel mese di febbraio il prefetto Pecoraro nota che «gli enti pubblici non possono lavorare con Colari, c’è un'interdittiva scaturita a seguito dell'indagine della Procura» e il 13 febbraio scrive ad Ama comunicando che, in base al codice antimafia del 2011, una società pubblica non può avere rapporti con la Colari. In poche parole il prefetto ha evidenziato che l' Ama non avrebbe più dovuto portare la spazzatura negli impianti di Malagrotta per la lavorazione perché l'indagine sul proprietario e gli amministratori del gruppo inibisce la Pubblica Amministrazione ai rapporti con Colari.
L'interdittiva dunque scaturisce dalle indagini sul proprietario e gli amministratori delle aziende riconducibili a Cerroni, ma una sua brusca applicazione avrebbe condotto Roma a un'emergenza, visto che i rifiuti non trattati (il cosiddetto "tal-quale") per legge non possono essere smaltiti fuori dal territorio della regione prima di essere resi sicuri dal punto di vista ambientale e sanitario per il trasporto. Inoltre non esistono all'interno della Regione Lazio altri impianti TMB con capacità di lavorazione tale da sostituirsi a quelli Colari.
Qualche dato
A Roma si raccolgono quotidianamente circa 5.000 tonnellate di rifiuti. Oggi la raccolta differenziata è giunta quasi al 40% del totale dei rifiuti, quindi il restante 60% della raccolta è costituita da rifiuti indifferenziati.
La parte differenziata (circa 2.000 tonnellate al giorno) è selezionata e inviata alle piattaforme del Consorzio Conai per il riciclo (Corepla per il recupero della plastica, Coreve per il recupero del vetro, Comieco per il recupero della carta ecc.). La parte indifferenziata (circa 3.000 tonnellate al giorno) deve essere trattata.
AMA dispone di due impianti TMB, uno a Rocca Cencia e uno in via Salaria, con una capacità di circa 750 tonnellate al giorno ciascuno, per una capacità totale di circa 1.500 tonnellate di rifiuti al giorno. Fatti due conti rimangono da trattare una media di circa 1.500 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno e, difatti, la risposta del presidente di AMA Daniele Fortini al prefetto è stata: se non portiamo le circa 2.000 tonnellate di rifiuti che ogni giorno eccedono le capacità di AMA nei due impianti di trattamento meccanico biologico di Malagrotta e nel tritovagliatore di Rocca Cencia - tutti di proprietà di Colari dunque di Cerroni - sarà emergenza, resterà la spazzatura per strada, commetteremo un altro reato: interruzione di pubblico servizio.
Evitare l'emergenza tutelando la salute e i conti pubblici
A questo punto AMA sospende i pagamenti nei confronti di Colari e interviene l'ordinanza del Sindaco che, per evitare l'emergenza, autorizza l'uso degli impianti di Rocca Cencia e Malagrotta per la selezione e il trattamento dei rifiuti indifferenziati. Il provvedimento ha carattere di urgenza e ha una durata di tre mesi durante i quali è stata convocata una Conferenza di servizi per affrontare, con i soggetti coinvolti, la questione e raggiungere una soluzione quanto più trasparente e vantaggiosa possibile per i cittadini romani.
L'indagine penale ovviamente dirà se e quali colpe sono imputabili a Cerroni e/o Colari, ma ciò che è più importante è che Roma abbia già scelto, dopo lunghi anni di sostanziale e miope monopolio, l'affrancamento dal sistema imperniato sulla discarica e dunque l'affrancamento dal privato dominante.
La relazione tra raccolta differenziata e impianti
In questo specifico settore della vita romana, abbiamo ereditato un sistema molto rigido e fragile. Gli impianti di AMA non bastano per trattare i rifiuti raccolti ogni giorno per le strade di Roma e in regione non vi sono alternative percorribili, che consentano cioè di trattare circa 1.500 tonnellate al giorno e che non siano riconducibili a Cerroni (anche i TMB di Viterbo e Latina, a esempio, fanno capo a società legate a Cerroni).
Un labirinto che ci impegna ancora di più a puntare sulla raccolta differenziata: dobbiamo puntare da subito a una percentuale di differenziata del 50% ed è solo così che inizieremo a rendere la nostra città più autonoma dai privati e a scongiurare rischi di blocchi nella raccolta.
La direzione giusta
L'aumento della raccolta differenziata, la riduzione dei rifiuti, il riuso e il recupero dei materiali sono la strada che, in linea con la Direttiva europea, abbiamo indicato e alla quale guardiamo per ogni scelta nelle politiche ambientali di Roma. E sono proprio le nostre scelte, le scelte di ciascuno di noi a fare la differenza: il fine è quello di migliorare la qualità dell'ambiente, quindi delle nostre vite, e si coniuga con il nostro impegno a rendere sempre più autonomo da interessi privati l'intero ciclo della gestione dei rifiuti a Roma, rilanciando e rinnovando industrialmente AMA che dovrà dotarsi degli impianti necessari per aiutare i romani a rivoluzionare in breve tempo il sistema della gestione dei rifiuti: da fonte di inquinamento e corruzione a opportunità industriale ambientale ed economica.
In questo periodo in cui lo stato di cose ci obbliga a utilizzare gli impianti Colari, chiederemo una maggiore attenzione da parte delle autorità preposte al controllo e alla verifica della lavorazione dei rifiuti, per garantire la sicurezza e il rispetto dei parametri ambientali previsti . Prima dell'estate la differenziata spinta partirà in due nuovi municipi e nuove campagne di sensibilizzazione interverranno per coinvolgere di più e meglio tutti i cittadini romani in questa sfida che, finalmente, ha preso una direzione più giusta e trasparente rispetto al passato.