Roma città verde celebra San Sisto

Roma città verde celebra San Sisto

Roma città verde celebra San Sisto

Una piccola statua in bronzo, della scultrice Daniela Tricarico, ricorderà i 200 anni della nascita del semenzaio di San Sisto, attuale sede del Servizio Giardini e di alcune strutture del Dipartimento Tutela ambientale e Protezione civile di Roma Capitale.

Una lunga scuola per giardinieri

La storia della nascita del Semenzaio di San Sisto è affascinante. Nel 1800 a Roma mancavano quasi completamente parchi pubblici e aree verdi aperte a tutti e, nel 1810, l'allora amministrazione francese della città, avviò un progetto che prevedeva l'istituzione di un vivaio per la produzione di piante e la creazione di un "servizio" che si occupasse dei giardini. Un lungo elenco di persone hanno reso questo luogo nella forma che vediamo oggi e ancora più lungo è l’elenco dei fatti succedutesi in questi duecento anni, che hanno determinato fasi alterne di declino e splendore e, addirittura, la chiusura per qualche anno dell'intero complesso.

Oggi il Semenzaio è un luogo simbolico per i lavoratori del verde a Roma e se nel 1810 la Consulta scriveva: «la moltiplicazione delle piantagioni è riconosciuta come uno dei miglioramenti più desiderabili», nella società attuale, il verde e la sua cura sono elementi di aumento della qualità della vita. La grande forza di San Sisto, del Semenzaio e di tutto il Servizio giardini, sono proprio i suoi lavoratori, che negli anni - come ricordava qualcuno stamane – hanno acquisito molte competenze, hanno “rubato con gli occhi” ai vecchi giardinieri i trucchi del mestiere e oggi vorrebbero avere la possibilità di trasmettere queste competenze e questa arte a chi verrà dopo di loro.

La valorizzazione del verde: un nuovo modello di gestione

Roma è tra le città più verdi d'Europa, il suo patrimonio conta più di 4.000 ettari di verde. Per una componente della città come il verde urbano, una componente viva, che segue i cicli della natura e che svolge molteplici funzioni all'interno del contesto urbano (non solo funzioni naturalistiche, ma anche ricreative sociali, al servizio dei bisogni dei cittadini), non basta la sola pianificazione, non basta la definizione di regole, di perimetri e di funzioni, ma è importante valutare anche a come gestirli e manutenerli.

L'argomento va affrontato su due diversi registri, entrambi importanti: quello della programmazione e quello della attuazione/gestione; il rischio infatti è che l'investimento nella progettazione venga vanificato se ogni nuovo intervento non preveda e pianifichi anche un'attenta valutazione dei costi e delle modalità di gestione.

Per questi motivi, il bicentenario vuole essere anche riflessione per un nuovo modello per il Servizio Giardini, per rispondere meglio alle esigenze di una città che necessariamente deve coniugare passato e presente per arrivare al futuro.

Oggi, come emerge chiaramente lavorando sul territorio, nella gestione e manutenzione dello spazio pubblico urbano in generale - che sia il verde, una piazza, un marciapiede ecc. - lo spezzettamento delle competenze non è funzionale. Lo "spezzatino" di competenze non funziona, in particolare, nel caso del verde: giardini, aiuole, verde stradale, spazzamento, pulizia caditoie, potature, sfalcio dello stesso pezzetto di territorio vengono gestiti da numerosi soggetti diversi, dall'Ama alle cooperative sociali, in economia dal Servizio Giardini alle ditte e aziende del verde, da Municipi o dal Comune tramite i dipartimenti o le sovrintendenze... con un caos rispetto alle competenze che non aiuta a costruire una qualità complessiva dello spazio pubblico, né facilita il lavoro dei diversi settori tecnici e operativi.

Oggi è il momento di riorganizzare le competenze, in maniera più funzionale. Dobbiamo separare la gestione tra il verde di vicinato o di prossimità (piccole aree di massimo 3 - 5.000 mq) e il resto che ricade in tipologie quali le ville storiche o i grandi parchi urbani e le alberature, che devono necessariamente richiedere altre modalità di gestione, strumenti di governo e capacità tecniche.

Il verde di vicinato, di prossimità non può che essere gestito dal livello di istituzione più vicino al cittadino, cioè il Municipio, con il decentramento della gestione e delle risorse necessarie per la gestione. Inoltre, la gestione del verde di vicinato apre anche alla possibile collaborazione dei cittadini che a oggi hanno adottato circa 50 aree verdi (online le modalità e l'elenco delle aree adottate).

Il decentramento della gestione del verde urbano di prossimità presuppone una nuova definizione del modello di gestione del verde pubblico locale, l'attribuzione ai Municipi di ulteriori competenze e l'individuazione certa delle risorse economiche.

In quest'ottica di decentramento, permangono in capo al Dipartimento Tutela Ambientale la gestione del verde storico, dei grandi parchi urbani e delle alberature. Il Servizio Giardini con i suoi 300 giardinieri svolgerebbe un ruolo di coordinamento e di riferimento per i Municipi, concentrando gli sforzi operativi sulla cura e la manutenzione di grandi ville, giardini storici e alberature, per i quali il Servizio ha un'importante eredità in termini di competenze e professionalità, ed eventualmente nella gestione straordinaria (potature delle grandi alberature ecc.) anche del verde non storico, per quanto riguarda gli interventi difficilmente gestibili dai Municipi per complessità.

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