Roma città resiliente

Roma città resiliente

Roma città resiliente

La città di Roma sarà tra le prime città al mondo coinvolte nel progetto 100 Resilient Cities (100 città resilienti) che la Fondazione Rockefeller ha lanciato nel 2013, in occasione del suo centenario.

La resilienza

Per resilienza si intende la capacità di un sistema di adattarsi ai cambiamenti: nel caso delle città, si prendono in considerazione gli eventi climatici, le trasformazioni sociali, l’impatto di eventi esterni sui diversi gruppi sociali e sull’insieme del tessuto urbano.

La Fondazione Rockefeller si propone, con questa iniziativa, di aiutare le città ad affrontare le sfide della trasformazione urbana, e per questo offre un sostegno tecnico, attraverso la creazione di un network di città, e un finanziamento di 100 milioni di dollari da assegnare ai centri urbani selezionati (1 milione di dollari a ognuno).

Il progetto

100 Resilient Cities (abbreviato 100RC) è il programma promosso dalla Rockefekker Foundation per sostenere le città di tutto il mondo nel diventare più resilienti, cioè a rispondere meglio alle sfide economiche, sociali e ambientali. Le prime 33 città individuate a livello globale per partecipare al programma, tra le quali Roma, riceveranno quattro tipi di supporto per affrontare meglio stress e shock del XXI secolo:

  1. assistenza finanziaria e logistica per assumere un Responsabile del Progetto di resilienza;
  2. sostegno e supporto di esperti per sviluppare una strategia di resilienza;
  3. una piattaforma di servizi pubblici e privati ai quali accedere per aiutare a sviluppare e attuare le strategie di resilienza;
  4. l'affiliazione a un circuito globale di città per favorire lo scambio di esperienze e la creazione di reti di cooperazione: una rete globale della resilienza urbana.

La nostra sfida

Come città partecipante abbiamo scelto di abbandonare l'idea di un consumo incontrollato, che non tiene conto degli effetti sull'ambiente e sul clima, creando problemi di sicurezza e incolumità che non sono casuali o episodici ma rappresentano un elemento con il quale misurare le politiche e la capacità di progettare il futuro.

Gli eventi meteorologici, sempre più estremi e dannosi, non possono essere attribuiti al destino, ma alla scarsa lungimiranza che ha contraddistinto la fase economica e politica che ci ha preceduti: "An inconvenient truth", come fu definita da Al Gore, nel film-documentario che descriveva l'urgenza di definire politiche globali capaci di affrontare questa situazione.

La sfida che ingaggiamo oggi è questa: redigere un piano di adattamento dove prevedere azioni concrete che determinino una minore esposizione al rischio e, al tempo stesso, la capacità di gestire lo spazio urbano attraverso interventi di risanamento e di restauro ambientali. Siamo convinti dell'esigenza di rilanciare le politiche integrate di pianificazione di gestione del territorio, con un'attenzione particolare dedicata alle aree sottoposte ai maggiori rischi connessi all'equilibrio idro-geologico: in una logica che risulti coerente con le indicazioni che provengono dall'Unione Europea e con una maggiore capacità di lavoro interdisciplinare, combinando le diverse competenze degli assessorati, realizzando un programma di lavoro che abbia al centro la manutenzione e la tutela dell'ambiente, per garantire un futuro alla nostra Città.

Restituire bellezza, forza e prestigio a Roma

La giunta di Roma Capitale ha individuato nella sostenibilità ambientale e nella riprogettazione della città la chiave di volta per imprimere un cambiamento e il rilancio. Un cambio di governance, in primo luogo, per uscire da una logica di emergenza e di precarietà, adottando la capacità di governare i processi di trasformazione del territorio, intervenendo in modo da prevenire e ridurre i rischi piuttosto che le successive situazioni di crisi. Un approccio che abbia alla base un modello partecipato e innovativo per definire una progettualità di lungo respiro e di costante confronto con le realtà internazionali più simili.

Oggi Roma Capitale è responsabile della definizione di un percorso di sviluppo che porti la città e l'area metropolitana in direzione dello scenario delineato dai progetti di smart city, adottando scelte strategiche capaci di aumentare la resilienza del tessuto urbano, puntando sull'innovazione dei processi di uso e consumo delle risorse naturali, in primis, dell'energia.

Per realizzare questo programma abbiamo bisogno del sostegno di tutta la città, del supporto delle forze imprenditoriali, associative, dell'attivismo urbano e della ricerca: è un impegno per restituire bellezza, forza e prestigio a Roma, rilanciadone il ruolo-guida nel contesto europeo.

Non è un caso, quindi, che Roma sia tra le città selezionate dalla Fondazione Rockefeller per predisporre un piano di resilienza. Non è un caso se Roma intende realizzare, con il supporto della Regione Lazio, interventi concreti in materia di prevenzione del rischio idro-geologico, mettendo, anche in questo caso, la priorità sulla prevenzione e la manutenzione del territorio, in particolare per quanto attiene al Tevere, all'Aniene e alla fascia litoranea. E ancora, partendo dal recupero delle aree marginali, stiamo prevedendo interventi per rafforzare la capacità dei sistemi ambientali di mantenere l'equilibrio: il verde pubblico e la gestione degli spazi urbani diventano, in questo modo, l'opportunità per affrontare in modo attivo le condizioni metereologiche e naturali, riducendone i rischi e i danni.

Il tempo per farlo è adesso e il nostro impegno, concreto, può giovarsi di un circuito internazionale di studio, discussione, finanziamento e confronto.

Video Roma resiliente - 100 Resilient Cities

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