L'assemblea capitolina ha approvato la delibera che traccia il percorso verso "rifiuti zero". Un provvedimento importante che nasce dalla collaborazione tra l'amministrazione e le associazioni di cittadini che tra marzo e giugno 2012 avevano presentato la proposta "verso rifiuti zero".
Abbiamo lavorato insieme al Comitato promotore #Diamocidafare e all'Associazione Zero Waste Lazio che avevano presentato la delibera di iniziativa popolare condividendone lo spirito e aggiornando, alla luce dei cambiamenti normativi e dei risultati già conseguiti.
Con questa delibera si conferma e si rafforza con più slancio il percorso intrapreso, dall’avvio ed estensione del porta a porta, al raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata previste dal Patto per Roma (65% a fine 2016) e dall’Europa (75% nel 2020), fino alla necessità di adeguare l'impiantistica e spingere verso il riciclo e il riuso.
Oggi dobbiamo ringraziare tutte le associazioni per l'impegno e il prezioso lavoro fatto insieme, con grande competenza e spirito costruttivo.
Verso Rifiuti Zero
Il testo (consultabile online) contiene indirizzi per l'avvio del percorso verso rifiuti zero attraverso un programma di gestione dei rifiuti urbani e dei servizi di decoro e igiene urbana.
Tra i punti fondamentali del provvedimento:
- continuare con la riorganizzazione della raccolta dei rifiuti estendendo il sistema "porta a porta";
- distinguere la raccolta e il riciclo dei rifiuti dalle attività di spazzamento stradale e decoro attraverso una contabilità separata;
- ridurre del 10% entro il 2015 e del 20% entro il 2020 i flussi di produzione di rifiuti con la definizione di un piano d'azione comunale per la prevenzione e la riduzione dei rifiuti;
- progettare e attuare un sistema di tariffazione puntuale basato sulla effettiva quantità di rifiuti indifferenziati prodotti con modalità di rilevazione e sistemi tecnologici avanzati.
Il provvedimento, inoltre, impegna Roma Capitale ad aggiornare e integrare le banche dati utili al recupero dell'evasione tributaria e a effettuare maggiori controlli, aumentando le diffide e le sanzioni nei casi di errato conferimento.
Riuso e impianti per il riciclo
Da qui prendiamo le mosse per continuare il nostro percorso, con una sempre migliore organizzazione della raccolta e la necessità di adeguare l'impiantistica di cui dispone la città.
Il testo del provvedimento prevede la realizzazione entro il 2016 di un progetto pilota di Centri di riuso provvisori, dove sia possibile scambiare o donare beni e prodotti intercettandoli, dunque, prima che acquisiscano lo status di rifiuto.
L'impegno per la Capitale è raggiungere la chiusura del ciclo dei rifiuti urbani attraverso la massimizzazione dell'autosufficienza impiantistica a livello territoriale in un'ottica di sostenibilità ambientale ed economica attraverso:
- la realizzazione di un'adeguata rete impiantistica a servizio della raccolta differenziata (a partire dai centri di raccolta, con l'obiettivo di averne almeno uno per Municipio), provvedendo al trattamento della frazione organica differenziata attraverso impianti di digestione anaerobica e/o di compostaggio aerobico;
- la riconversione generale degli attuali impianti di TMB (trattamento meccanico-biologico) di Ama a vantaggio di tecnologie che favoriscano il recupero di materia eliminando progressivamente l'attuale produzione di CDR (combustibile derivato da rifiuti) e il ricorso all'incenerimento.
Trasparenza e collaborazione
Gli obiettivi principali sono quelli di incidere sulla produzione di rifiuti, favorendone la diminuzione, e spingere sui pedali del riciclo e del riuso dei materiali monitorandone l'attuazione con l'istituzione di osservatori municipali verso rifiuti zero, per monitorare l'attuazione delle disposizioni generali della delibera, rendere pubblici i dati sugli obiettivi raggiunti e raccogliere sul territorio segnalazioni e indicazioni dai cittadini; e l'istituzione dell'osservatorio comunale verso rifiuti zero, con il compito di elaborare e sintetizzare i dati municipali e di produrre i documenti utili alla divulgazione e alla pubblicità dei dati stessi.
